Descrizione

La villa è situata in Via Barrili 24 a Carcare. All’edificio, che risale al 1914, vennero apportate modifiche nel 1917 su progetto dell’ingegner Martinengo di Savona.
Villa Fina fu fatta costruire dalla famiglia Fiumi – l’ingegnere che progettò le Funivie Savona-San Giuseppe di Cairo – che la utilizzò come residenza estiva. I successivi proprietari furono la famiglia Murialdo e poi l’impresario Quarto. In tempi recenti è stata acquistata dalla famiglia Delfino, che la abita attualmente.
L’edificio è un elegante esempio di architettura in stile Liberty ed è articolato su due piani. La facciata è movimentata da una scalinata non in asse con il portone di ingresso, adornata da due leoni posti sopra pilastri. Il prospetto principale formato da un avancorpo ampiamente decorato a motivi floreali, è caratterizzato da una finestratura tripartita con colonnine ioniche. Una torretta sormonta l’edificio. Sul lato sinistro dell’avancorpo si apre una sorta di loggia angolare con finestratura in ferro battuto sormontata da un piccolo balcone. Il lato destro presenta invece, al primo piano, un ornamento in finto bugnato stilizzato.
Di gusto Liberty è la decorazione in ferro battuto che orna il tetto. Un elegante cancello in ferro battuto consente l’accesso da via Barrili.
Un parco, di circa un ettaro, circonda la Villa.
I motivi che determinarono la scelta del luogo per la costruzione della Villa furono la posizione amena, la buona insolazione e la vista panoramica, ma non è escluso che sia stata edificata su un edificio preesistente.
La costruzione della cancellata è attribuita ad Alessandro Mazzuccotelli di Milano.
Si racconta che inizialmente la cancellata fosse stata commissionata dallo Zar di Russia e che fosse pronta per la spedizione via mare dal porto di Savona, ma disordini interni alla nazione sovietica legati alla Rivoluzione impedirono l’invio. Il pregevole manufatto in ferro venne quindi messo all’asta ed acquistato dal signor Fiumi, per cui ancora oggi fa bella mostra di sé all’ingresso della Villa.
Il 25 settembre 1947, verso sera, un violento fulmine si abbatté sull’asta che sorreggeva l’opera in ferro raffigurante un gallo, facendola cadere: venne ritrovata molti anni dopo sepolta sotto terra e dopo i necessari restauri è stata poi riposta sulla cima dell’asta.